The Last of us
The Last of us

ART REVIEW BY

MR. VITTORIO MARZOTTO

La produzione artistica “Metamorphoses” di Paola Moro rappresenta un mosaico con cui ricomporre il pensiero e il linguaggio visivo per dar vita a paesaggi, nature morte e figure libere. Forme sospese al confine con il mondo dell’immaginazione e della memoria, quasi uno storyboard cinematografico, storie che si snodano senza la costrizione di dover rispondere ad un ordine logico ma piuttosto apparizioni oniriche, colte velocemente nel loro manifestarsi e fissate quindi per sempre nella materia. Sperimentazione grafica digitale in cui entrano in gioco riflessioni concettuali, valenze esistenziali, esperienze legate alla realtà, e memorie culturali visive e letterarie. Da tutto ciò prendono vita composizioni che non sono rappresentazioni di immagini già prefigurate in precedenza altrove, ma visioni sempre sorprendenti che emergono dal fondamentale primario incontro fra lo spazio del supporto e la mente creativa; in tal senso si può parlare della figurazione visionaria astratta, realistica, simbolista, neo-surrealista. La materia viva diventa lo spazio “assoluto”, il luogo di ogni possibile messa in scena della sua visione del mondo. Un territorio visivo che può aprirsi verso indefiniti orizzonti immaginativi, eventi figurali e organici intrecci metamorfici. Atmosfere immaginifiche, metafore indiziarie di possibili percorsi narrativi. Il risultato di una concezione aperta dell’opera come organismo caratterizzato da una vita autonoma, viene così attivato il pieno ruolo della materia intensa, inquieta presenza fisica, la cui resistenza offre continuamente spunti, ostacoli, suggerimenti d’azione formativa, d’invenzione.”